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Infelici, solitari, smarriti, disperati, disillusi: i protagonisti dei racconti che compongono questa raccolta sono individui che potremmo incontrare - senza vederli davvero - tutti i giorni sulla nostra strada, ciascuno con le proprie debolezze e le proprie colpe, ciascuno come in fuga da qualcosa. Dagli ambienti decadenti e in rovina che per un ex-architetto costituiscono ormai tutto ciò che riesce a vedere e disegnare, alla ballerina di milonga che travolta dalla nostalgia di casa finisce per cercare sollievo in un posto più pericoloso di quanto sembrasse, dalla paura della città che costringe un uomo a rinchiudersi in casa sviluppando una vera e propria sindrome "da accumulo", agli anziani di una casa di riposo che almeno un giorno alla settimana esigono di "autogestirsi". La potenza delle scene descritte di racconto in racconto è data da una combinazione di delicatezza estrema e crudezza devastante (a tratti quasi da horror) sapientemente gestita dall'autore, che già in altre opere aveva dimostrato come da piccoli elementi del quotidiano sia possibile tratteggiare delle narrazioni profondamente evocative.